Gli atleti di qualsiasi disciplina hanno capito da tempo l’importanza dello stretching per migliorare le loro prestazioni atletiche. La stessa cosa vale per i cavalli sportivi, ma è molto importante farlo nel modo giusto.
Perché far fare stretching al nostro cavallo?
L’obiettivo durante ogni allenamento è quello di avere la migliore prestazione possibile, ma bisogna prestare attenzione a preservare anche la salute del cavallo. Sotto questo aspetto lo stretching può essere un buon alleato in quanto permette di aumentare il range di movimento (o di mantenerlo), la flessibilità, l’elasticità, la propriocezione del proprio corpo nello spazio e la forma fisica. Può aiutare anche a ridurre l’indolenzimento, la tensione e la rigidità muscolare diminuendo, così, il rischio di infortuni ad articolazioni, tendini e muscoli.
Una routine di stretching regolare è importante per la prevenzione dagli infortuni di tutti i cavalli, ma soprattutto per quelli che passano molte ore nel box. Questi cavalli, infatti, non avendo la possibilità di pascolare e muoversi liberamente durante il giorno, potrebbero rischiare di non attivare alcuni gruppi muscolari, se non durante l’allenamento giornaliero, portando così i muscoli a restringersi e contrarsi.
Tipi di stretching
I primi studi riguardo lo stretching nascono dall’osservazione del mondo umano e animale, basti pensare alle azioni che facciamo appena svegli: ci stiracchiamo per allungare i muscoli che si sono irrigiditi durante il sonno.
Esistono due tipi di stretching:
Stretching passivo
Viene eseguito da noi e consiste nell’allungare il muscolo fino al punto più lontano e poi mantenere la posizione per 10/15 secondi
Stretching attivo
Richiede una contrazione volontaria da parte del cavallo per muovere le parti del corpo e creare l’allungamento. Può essere eseguito in sella durante l’allenamento (defaticamento), oppure da terra, magari con l’uso di una carota come ricompensa (es: stretching del collo).
Fisiologia dello stretching
L’allungamento della fibra muscolare inizia con la contrazione dei sarcomeri, che fanno allungare le miofibrille. Nel momento in cui la fibra muscolare ha raggiunto la sua lunghezza massima, estendo ancora un pò in modo che le fibre collagene nel tessuto connettivo si allunghino e si allineino nella stessa direzione della tensione. Questo fa si che con lo stretching si possa estendere la lunghezza muscolare.
Quando il muscolo viene allungato, si allunga anche il fuso neuromuscolare (che sta nel ventre del muscolo, parallelamente alle fibre muscolari), che reagisce mandando informazioni sull’azione al sistema nervoso centrale. Se l’allungamento viene mantenuto per un determinato tempo, il fuso neuromuscolare “fissa” la nuova lunghezza nel sistema nervoso centrale.
Possiamo quindi dire che il compito del fuso neuromuscolare è quello di contribuire all’allungamento muscolare e alla tonicità, proteggendo il corpo da possibili infortuni.
Esercizi di stretching per il cavallo
Prima di eseguire qualsiasi esercizio di stretching è molto importante che il cavallo sia già caldo, basta anche solo una passeggiata di 10 minuti.
STRETCHING DEL COLLO
STRETCHING DELLA SPALLA
STRETCHING ARTO POSTERIORE
STRETCHING DELLA SCHIENA
Ricapitolando
I muscoli e il tessuto connettivo rispondono all’uso eccessivo o al sottoutilizzo restringendosi e contraendosi. Questa rigidità può portare a lesioni, inattività ed accelerare il processo di invecchiamento del sistema muscolo-scheletrico.
Per contrastare l’irrigidimento del tessuto connettivo e dei muscoli è importante eseguire uno stretching regolare, così da permettergli di avere dei movimenti ampi e fluidi e contrastare gli infortuni.
Autori: Branchetti Abati Stella, Di Lorenzo Deborah, Gennaro Francesca
Fonti: Conoscere i movimenti del cavallo, Gillian Higgins e Stephanie Martin;